La lotta integrata è una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti.
OBIETTIVI:
- ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari in aree sia agricole sia extra agricole e frequentate dalla popolazione;
- promuovere l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi;
- ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità e proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata;
- tutelare i consumatori;
- salvaguardare l’ambiente acquatico e le acque potabili;
- conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi.
Per fare ciò è quindi necessaria un’assistenza tecnica qualificata
La lotta integrata parte dalla consapevolezza che quando si interviene in un ecosistema si alterano le reti trofiche. Sfrutta i fattori biotici e abiotici di regolazione interna agli ecosistemi a suo vantaggio e usa tutti gli strumenti possibili, non limitandosi quindi ai mezzi chimici (biologici, culturali, biotecnologici..). Questo approccio è prevalentemente usato nella lotta contro gli insetti, ma si può estendere nella lotta contro tutti gli organismi dannosi (funghi, roditori..). Il suo obiettivo è quello di mantenere l’organismo dannoso entro una soglia limite oltre al quale l’organismo stesso reca danni.
Non vuole arrivare all’eradicazione, ma al contenimento.
Dal 1° gennaio 2014 è scattato il recepimento da parte dell’Italia della Direttiva 2009/128 dell’Unione Europea sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi ed è stato pubblicato sulla G.U. n. 35 del 12 febbraio 2014, il decreto del MiPAAF del 22 gennaio 2014 “Adozione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n.150 recante: “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”.
In virtù della nuova normativa gli agricoltori dovranno utilizzare con maggiore attenzione i fitofarmaci, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’uso di agenti chimici in agricoltura, incrementando proporzionalmente l’adozione di sistemi alternativi di difesa delle colture (mezzi agronomici, genetici, igienici, impiego di organismi utili, utilizzo di agrofarmaci selettivi e a minor rischio possibile, dosi ridotte e ridotto numero di trattamenti, etc.).
Il nuovo decreto attua definitivamente la Direttiva 2009/128 e il Regolamento 1107/2009 dell’Unione Europea sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi. La riduzione del rischio per la salute umana e per l’ambiente si persegue in questo caso attraverso un quadro di azioni per l’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, lo sviluppo delle tecniche di agricoltura integrata e di approcci e tecniche alternative a quella tradizionale.
AZIONI
- attuare una sistematica formazione per gli operatori;
- informare accuratamente la popolazione;
- controllare e monitorare le macchine irroratrici e le zone irrorabili;
- verificare l’adeguato metodo di trasporto, stoccaggio e smaltimento dei prodotti fitosanitari;
- implementare la difesa integrata e biologica;
- mettere in atto misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico.
Fonti: Wikipedia